Colla Coccoina
Se Proust fosse stato italiano, e un pochino più giovane, al posto delle Madeleines avrebbe descritto questa colla: una potente macchina del tempo che ci proietta seduti al banco di scuola in formica verde, così inebriati dall’irresistibile profumo di mandorla da essere tentati di gustarla… ed è noto che più di qualcuno non ha resistito! Poco male comunque, trattandosi di un prodotto assolutamente atossico privo di solventi.
Ma partiamo dall’inizio: è il 1927 quando l’azienda Balma, Capoduri & C., già presente sul mercato dal 1924 con le indistruttibili cucitrici ZENITH, decide di avviare la produzione di una pasta adesiva bianca da ufficio. L’ingegnere e imprenditore Aldo Balma la realizza cuocendo a bagnomaria fecola di patate e acqua, aggiungendo glicerina e olio di mandorla, per poi versarla nei barattoli di alluminio prodotti anch’essi all’interno della fabbrica. Il solido contenitore alloggia internamente un pennellino per spalmare la colla su carta, cartone, legno, tessuti e altre stoffe decorative.
In poco tempo la colla ottiene un grande successo non solo negli uffici, ambito per il quale è stata ideata, ma anche e soprattutto in ambito scolastico e fotografico. Il barattolo inoltre è studiato per assomigliare più a un prodotto di bellezza che a uno da ufficio e forse è stato proprio questo tocco di stile e modernità la trovata che ha regalato alla Coccoina il suo brillante esordio.
Misure: barattolo da 125 g